di Silvana Bisogni *
Secondo gli ultimi dati di Eurostat, l’Italia è tra i paesi europei in cui nascono meno bambini. Ma, in parallelo, in un periodo di forte crisi come quello attuale si torna a parlare con insistenza anche di “calo delle adozioni”, fenomeno che, sostengono in molti, sarebbe dovuto principalmente a motivi economici. Chiaramente, il fenomeno denota una serie di concause.
Uno sguardo ai numeri. La banca dati relativa ai minori dichiarati adottabili e ai coniugi aspiranti all’adozione nazionale e internazionale è prevista dall’articolo 40 della legge 28 marzo 2001, n. 149 “Modifiche alla legge 4 maggio 1983, n. 184, recante ‘Disciplina dell’adozione e dell’affidamento dei minori’, nonché al titolo VIII del libro primo del codice civile”, ed è istituita presso il Ministero della Giustizia. Il Servizio Statistica del Dipartimento Giustizia Minorile informa che per l’anno 2011 le domande di adozione nazionale ed internazionale pervenute ai Tribunali per i minorenni sono state 15.910:
– domande di disponibilità all’adozione 9.795
– domande di adozione ai sensi dell’articolo 44 766
– domande di disponibilità e idoneità all’adozione di minori stranieri 5.349
Dati relativi all’adozione nazionale:
359 minori con genitori ignoti per i quali è stata dichiarata l’adottabilità
892 minori con genitori noti per i quali è stata dichiarata l’adottabilità
965 affidamenti preadottivi nazionali
1.016 sentenze di adozione nazionale
796 sentenze di adozione in casi particolari
Dati relativi all’adozione internazionale:
4.523 decreti di idoneità all’adozione di minori stranieri
289 affidamenti preadottivi di minori stranieri
3.320 adozioni di minori stranieri
Ma già nel breve volgere di due anni le adozioni internazionali cambiano numeri. Secondo i dati forniti dalla Commissione per le Adozioni Internazionali, nel 2013 sono stati autorizzati all’ingresso in Italia 2.825 minori stranieri, a fronte dei 3.106 del 2012, con un decremento del 9%; a loro volta le coppie adottive che hanno portato a termine un’adozione nel 2013 sono state 2.291 rispetto alle 2.469 del 2012 con un decremento del 7,2%.
Premesso che il nostro Paese detiene il primato in Europa per numero di adozioni ed è il secondo al mondo, dopo gli Stati Uniti, è innegabile che vi sia un decremento. Innanzi tutto va sottolineato che la diminuzione accertata riguarda in particolare le dichiarazioni di disponibilità all’adozione presentate dalle coppie, fenomeno per il quale vi sono dati certi: è innegabile un progressivo calo numerico delle domande (nel 2006 oltre 17.000 domande, nel 2010 solo 11.075); così come dal 2006 al 2010, il numero dei decreti di idoneità rilasciati dai tribunali è passato da 6.237 del 2006 a 4.509 del 2009.
Continua ancora il fenomeno del sovrannumero di coppie disponibili rispetto al numero di minori adottabili (si calcolano oltre 10 coppie disponibili per ogni minore adottabile), ma tale disponibilità è costantemente in diminuzione.
Le cause? Sicuramente motivazioni di natura economica, ma anche una maggiore consapevolezza, da parte delle coppie, delle difficoltà insite nella scelta dell’adozione, che richiede una preparazione molto intensa e competenze genitoriali specifiche, soprattutto quando i bambini adottati hanno un’età abbastanza elevata ed un vissuto personale già fortemente caratterizzato da deprivazione affettiva.
La recente ricerca del CERGAS BOCCONI, in collaborazione con il Coordinamento degli enti autorizzati (Cea), il coordinamento Oltre Adozione e l’ente pubblico Arai della Regione Piemonte e alcuni altri enti, ha evidenziato alcune di queste motivazioni:
– nei costi troppo elevati dell’adozione: le spese sostenute dagli enti solo sul territorio nazionale ammontano almeno a 7.500 euro; ma il percorso adottivo completo raggiunge, per l’adozione internazionale, la somma di circa 20.000 euro. Va ricordato che alcuni ministri per le politiche della famiglia, di governi precedenti, hanno molto insistito sulla drastica riduzione dei costi soprattutto per i servizi resi dagli Enti autorizzati all’adozione internazionale. In effetti tale riduzione si è verificata perché sono stati cancellati alcuni di tali servizi, con un impatto diretto sulle coppie, che talora lamentano richieste indebite di denaro nei vari Paesi di origine del bambino adottando;
– nell’innalzamento dell’età media dei bambini adottabili e nella tipologia di bimbi proposti per l’abbinamento: i bambini in stato di adottabilità sono sempre più grandi, spesso con problemi di salute e/o con disabilità, comunque sono bambini “segnati” dall’esperienza dell’abbandono. L’età media dei bambini adottabili è di 6 anni, che possono arrivare anche a 7 o 8 in alcuni Paesi;
– nell’aumento dell’età media dei genitori adottivi. In Italiale coppie adottive tendono ad iniziare il percorso che le porterà all’adozione, in media, dopo i quarant’anni, vale a dire dopo qualche anno di matrimonio. Considerando i tempi del percorso adottivo, la classe di età più ricorrente è quella dai 45 ai 49 anni.
– nei tempi di attesa molto lunghi: occorronodai 2 ai 4 anni di attesa per l’espletamento delle procedure per ottenere l’idoneità dal Tribunale per i minorenni, e delle procedura nei vari Paesi di origine. Spesso le coppie non rappresentano una risposta alle realtà dei bisogni dei bambini segnalati dall’estero;
– nel timore del fallimento dell’adozione. E’ un tema poco trattato e su cui circolano voci non controllate e non controllabili, ma che possono creare stati di apprensione e di dubbi. I fallimenti delle adozioni esistono. I bambini adottati che sono allontananti dalla famiglia adottiva per problemi relazionali sono trasferiti per breve tempo nelle case di accoglienza per minori, in attesa di un nuovo decreto di affidamento adottivo. Il loro numero è incerto, ma sicuramente le case di accoglienza denotano un lieve ma costante aumento di questi casi.
Se questa è la situazione italiana, va ricordato che, a partire dall’anno 2006 in poi, su scala mondiale si è verificata una generale riduzione dei numeri di adozioni, tendenza che si è accentuata dopo il 2009 e che coinvolge tutti e dieci i maggiori Paesi di accoglienza di minori stranieri a scopo adottivo: nel concreto il numero di adozioni internazionali è più che dimezzato in poco meno di dieci anni.
* Sociologa dell’educazione. ISP Roma