Editore: Pacini Editore, Ospedaletto (PI)
Anno: 2016
Prezzo: €18
Pagine: 196
Il primo documento citato nel libro è una lettera inviata al settimanale Famiglia Cristiana nel novembre 1995. Una lettera che comincia così: “La Chiesa, nata nel solco del messaggio del perdono, non perdona coloro i quali rinunciano all’ipocrisia di un rapporto matrimoniale svuotato di contenuti e scelgono di donare se stessi in un nuovo rapporto d’amore. I violentatori e gli assassini possono essere perdonati, se solo promettono che non lo faranno più, e possono sfilare tra i fedeli che si recano a ricevere i sacarmenti, i divorziati risposati no, ne sono esclusi e vengono additati alla comunità come peccatori”. L’ultimo documento citato è invece la relazione finale del Sinodo dei vescovi svoltosi dal 4 al 25 ottobre 2015 e nel quale fu ribadito che i divorziati risposati non erano il tema centrale dei lavori. In quel documento non ci furono rivoluzioni di sorta – come molti auspicavano – ma una cauta apertura la cui parola chiave era “discernimento”. Tra questi due documenti intercorrono venti anni, un lungo periodo nel quale il tema dei divorziati risposati e del loro sofferto rapporto con la Chiesa ha provocato sofferenze, tristezza e rabbia in migliaia di credenti e ha creato problemi di coscienza a fedeli e sacerdoti. Il libro di de Filippis, magistrato, autore di numerosi testi di diritto di famiglia (i soci meno giovani di iscrizione ricorderanno una sua conferenza nella sede dell’I.S.P. e alcuni suoi articoli sul nostro notiziario) ripercorre questo ventennio con scrupolosa attenzione ai documenti e alle testimonianze, ma anche – e molto – ai sentimenti. Lo fa con l’occhio attento del giurista, abituato a sottilizzare non per il piacere accademico della disquisizione ma per avvicinarsi al “giusto” e al “vero”. E con il cuore di un uomo del suo tempo, aperto alle trasformazioni della società. Analizza dogmi e principi, posizioni ecclesiali e civili, contestazioni, contraddizioni e dubbi, non dimenticando la parte come sempre più debole – i figli, ai quali è dedicato un capitolo – e riflettendo sulle possibili conseguenze che l’atteggiamento verso i divorziati può indurre in bambini e ragazzi. Critico quando serve, ma pronto ad apprezzare ogni apertura della Chiesa, de Filippis segue il cammino dei papi che si sono succeduti in questi venti anni e le loro posizioni su questo argomento. Con inevitabili riferimenti al diritto di famiglia laico (di cui difende i valori) e al diritto canonico (del quale sottolinea “l’immobilismo”). A proposito del recente documento del sinodo, l’Autore parla di “cortina di non trasparenza, secondo un modo di esprimersi che sembra frutto di volontà contrapposte, tese a lasciare aperta la possibilità di differenti interpretazioni, avendo punti di partenza diversi”. Ora l’ultima parola spetterà al pontefice, “che potrà trasformare in decisioni conclusioni e consigli provenienti dall’Assemblea dei vescovi”.