Editore: Chiarelettere, Milano
Anno: 2009
Prezzo: € 14
Pagine: 272
Questo libro è stato un piccolo terremoto fra le associazioni di padri separati (una delle quali ce lo ha caldamente segnalato), perché affronta, senza peli sulla lingua, un tema scottante – l’abuso sessuale sui minori – che riguarda da vicino i padri separati, spesso oggetto di accuse strumentali da parte dell’ex coniuge. L’Autore, un criminologo milanese, affonda il bisturi in un mondo melmoso dove gli abusi reali (che ci sono, e l’Autore spesso lo ricorda) si mescolano a quelli falsi, in un gioco delle parti che sconta lo stereotipo dell’assioma “i bambini dicono sempre la verità” (fra questo e l’opposto, “i bambini sono inaffidabili”, c’è la saggia via indicata da Gaetano De Leo: “i bambini possono mentire”).
Tribunali per i minorenni che usano lo spauracchio della “incapacità genitoriale” come arma; psicologi e assistenti sociali che si improvvisano investigatori e confondono fatti e opinioni, pur di fornire al giudice il piatto che ci si aspetta (di “gramigna del pensiero psicologico”, parla Steffanoni); leggi non rispettate (vedi la prassi della mancata registrazione delle dichiarazioni del minore); processi nei quali non è l’accusa che deve provare il fatto, ma l’imputato che deve provare la sua innocenza, e dove ciò che conta non sono documenti, testimonianze, prove, ma la perizia dell’esperto; indagini superficiali e grottesche, o svolte a senso unico; centri antiabuso, magistrati, periti coinvolti in veri e propri conflitti di interesse; figli tolti ai genitori in seguito alla denuncia e dati in adozione, nonostante un giudizio che in molti casi si concluderà con un’assoluzione… C’è tutto questo nel libro. E c’è una frase, forse provocatoria: “La battaglia contro la pedofilia, in Italia, non si fa”. Uno dei motivi? “La lotta alla pedofilia in Italia coincide con quella delle ex mogli contro gli ex mariti”. C’è un dato statistico che dà ragione di quest’ultima affermazione: l’80% dei presunti abusatori di minori è dato da “padri separati denunciati dalla ex moglie in concomitanza o immediatamente dopo la richiesta di divorzio”. Quasi mai prima.