Editore: San Paolo, Cinisello Balsamo (MI)
Anno: 2015
Prezzo: € 13
Pagine: 104
Si tratta di un testo che sin dalla prima pagina manifesta il suo intento: “collocare la nascita della coppia nella ‘trama’ dei legami tra le generazioni”. E che, poco dopo, chiarisce l’approccio: “una sintesi pratica e concettuale dell’orientamento psicoanalitico lacaniano e del modello relazionale simbiotico”. Riferimenti culturali (e operativi) di Terminio sono pertanto Jacques Lacan, Eugenia Scabini e Vittorio Cigoli, Massimo Recalcati e Corrado Pontalti. Due scuole di pensiero tra le quali forse l’autore – per sua stessa ammissione – cerca di “inventare un rapporto”.
Diventare genitori non è uno scherzo, né sul piano concreto né su quello concettuale. Ed è proprio per questo che il momento effettivo della genitorialità è affrontato solo oltre la metà del libro. Perché per diventare padri e madri bisogna prima aver capito molte cose: il posto nella propria famiglia e le funzioni di questa, il desiderio dell’altro (bella la frase L’essere umano scopre se stesso negli occhi dell’altro, che è un po’ quanto scrive l’antropologo Marc Augé quando afferma che “l’identità si costruisce attraverso relazioni di alterità” e che “l’incontro con gli altri è, lungo tutto l’arco della vita, necessario alla costruzione e alla affermazione di sé”), il passaggio da Edipo a Narciso (e il necessario superamento di quest’ultima fase). E poi le “condizioni d’amore”, ossia quelle necessarie per potersi innamorare, e la composizione della coppia, difficile alchimia di cui è necessario conoscere i presupposti. Solo successivamente si potrà pensare di diventare genitori. E quindi di modificare insieme l’unità della coppia, e affrontare altri interrogativi e altri passaggi, come quello generazionale, che mette a confronto il nostro “essere genitore” con il nostro “essere figlio”. Così, in una logica successione di apprendimento e di analisi, si passa ai capitoli dell’accoglimento del bambino, della trasformazione della coppia coniugale in coppia genitoriale, della acquisizione di una nuova responsabilità, della relazione educativa, della assunzione di una autorità “autentica”. Il tutto in un quadro complessivo che andrebbe letto – e in qualche tratto spiegato – ai futuri genitori. Che ancora oggi, troppo spesso, divengono “genitori per caso” e ignorano i passaggi fondamentali di una trasformazione che modifica profondamente, e per sempre, il nostro vissuto.