Forse il Tribunale per la Famiglia sta per divenire realtà. Se ne parla da tanto, auspicato da molti giuristi e operatori del diritto, ma i meandri della politica e della burocrazia e forse la contrarietà di una parte della magistratura ne hanno sempre allontanato la realizzazione. Ora la sua istituzione è prevista da un emendamento al d.d.l. di riforma del processo civile proposto dalle senatrici Fiammetta Modena (FI), Anna Rossomando (PD) e Julia Unterberger (SVP) e approvato il 9 settembre scorso in Commissione Giustizia al Senato. Sono ben 500 gli emendamenti che riguardano il disegno di legge che ha per titolo “Delega al Governo per l’efficienza del processo civile e per la revisione della disciplina degli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie” (24 sono a firma della Ministra della Giustizia, Marta Cartabia, con l’obiettivo di rendere i processi più rapidi del 40% entro i prossimi cinque anni). E’ bene ricordare che la riforma della giustizia civile costituisce un impegno che l’Italia si è assunta verso l’Unione Europea ed è strettamente legata al Recovery Fund.
Secondo l’emendamento in questione il futuro Tribunale della Famiglia (per la precisione si parla di “Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie”) dovrà riunire le competenze del Tribunale per i minorenni e del Tribunale civile in materia di famiglia, minori, separazione, divorzio. Esso sarà composto da “sezioni distrettuali” e “sezioni circondariali”. Le prime saranno costituite presso ogni sede di Corte di Appello o di sezione di Corte di Appello, le seconde presso ogni sede di Tribunale ordinario, collocata nel distretto di sede di Corte d’Appello o di sezione di Corte d’Appello in cui ha sede la sezione distrettuale. Le competenze civili, penali e di sorveglianza del Tribunale per i minorenni saranno trasferite alle sezioni distrettuali del nuovo Tribunale, mentre saranno trasferite alle sezioni circondariali tutte le competenze civili attribuite al Tribunale ordinario nelle cause riguardanti lo stato e la capacità delle persone, escluse quelle su cittadinanza, famiglia, unione civile, convivenze, minori e tutti i procedimenti di competenza del giudice tutelare, nonché i procedimenti sul risarcimento del danno endo-familiare.
Contro le decisioni delle sezioni circondariali ci si potrà appellare alle sezioni distrettuali, mentre le decisioni delle sezioni distrettuali saranno appellabili di fronte alla Corte di Cassazione.
Vari i commenti, favorevoli, perplessi e contrari. “Ben venga un unico tribunale” – ha detto Carla Garlatti, Garante per l’infanzia e l’adolescenza (e già Presidente del Tribunale per i minorenni di Trieste) “purché siano salvaguardate la specializzazione propria del Tribunale dei minorenni e la presenza della componente onoraria”.
Gianmario Gazzi, Presidente del Consiglio Nazionale degli Assistenti Sociali, vede con favore l’istituzione del Tribunale della famiglia, ma obietta che “è stato ignorato totalmente il contesto dei servizi e degli interventi a sostegno della genitorialità, che resta povero e frammentato”.