di Silvana Bisogni *
All’inizio di aprile l’ISTAT ha pubblicato il Report sugli indicatori demografici e sono emersi dati inquietanti sulla popolazione italiana e le sue trasformazioni. I bambini nati sono stati 393mila, mai un numero così basso dall’unità d’Italia. Tra le cause, secondo l’ISTAT, la spontanea rinuncia ad avere figli da parte delle coppie, ma anche il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni) e la reale diminuzione dei livelli riproduttivi.
Il dato sembra contrastare con l’altro Report dell’ISTAT, pubblicato a marzo, in cui si registra una leggera ripresa dei matrimoni e delle unioni civili, un quadro significativo sulla formazione delle famiglie in Italia. Rispetto al 2020, anno in cui, a causa del COVID, molte coppie hanno rinviato le nozze, nel 2021 sono stati celebrati in Italia 180.416 matrimoni, (+86,3%), in prevalenza con il rito civile (+10,8%). Sempre nel 2021 sono stati celebrati 142.394 primi matrimoni, raddoppiati rispetto al 2020
Nonostante l’aumento, tuttavia, è confermata la tendenza alla diminuzione della nuzialità (specialmente fra i giovani) peraltro come avviene da circa 40 anni, mentre è in controtendenza la scelta della convivenza more uxorio, con percentuali via via crescenti di generazione in generazione, da attribuire soprattutto alle libere unioni di celibi e nubili.
Secondo l’ISTAT, “il mutamento nei modelli culturali, nonché l’effetto di molteplici fattori quali l’aumento diffuso della scolarizzazione e l’allungamento dei tempi formativi, le difficoltà nell’ingresso nel mondo del lavoro e la condizione di precarietà del lavoro stesso hanno comportato, negli anni, una progressiva posticipazione del calendario di uscita dalla famiglia di origine. In meno di 20 anni la quota di giovani che resta nella famiglia di origine fino alla soglia dei 35 anni è cresciuta di quasi tre punti percentuali. Questa protratta permanenza comporta anche un effetto diretto sul rinvio delle prime nozze. Tale effetto si amplifica nei periodi di congiuntura economica sfavorevole spingendo i giovani a ritardare ulteriormente, rispetto alle generazioni precedenti, le tappe dei percorsi verso la vita adulta, tra cui quella della formazione di una famiglia. Sul posticipo del primo matrimonio incide anche la diffusione delle convivenze prematrimoniali”. Quindi, la propensione a sposarsi diminuisce tra i più giovani (-16,0% e -9,7%, mentre tende a riprende a partire dai 30 anni in poi, con un’età media per gli uomini 34,3 e per le donne 32,1.
Altro aspetto da sottolineare è la diffusione delle seconde nozze e delle famiglie composte da almeno una persona che abbia vissuto una precedente esperienza matrimoniale, fenomeno che genera nuove tipologie familiari. La tipologia più frequente tra questi matrimoni risulta essere quella in cui lo sposo è divorziato e la sposa è nubile (sono 12.444, il 6,9% dei matrimoni celebrati nel 2021); le celebrazioni in cui entrambi gli sposi sono divorziati sono il 6,3% e il 5,7% quelle in cui la sposa è divorziata e lo sposo è celibe. Le seconde nozze sono più frequenti nei territori del Centro-Nord.
Sempre nel 2021 i matrimoni con uno degli sposi di origine straniera sono stati 24.380 (+29,5%). In prevalenza si tratta di matrimoni misti in cui lo sposo è italiano e la sposa straniera (75,1%). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 4.595, il 2,5% del totale delle spose. Un fenomeno rilevato dall’ISTAT riguarda proprio la nazionalità degli sposi nei matrimoni misti. Infatti spesso lo sposo “italiano” è in realtà italiano per acquisizione della nazionalità, con una quota crescente di neo-cittadini italiani che alla nascita avevano la stessa cittadinanza del partner straniero.
Altra informazione interessante si ricava dalle caratteristiche del “turismo matrimoniale”, che in Italia ha sempre avuto un notevole successo in quanto il nostro Paese ha sempre costituito una forte attrazione nella scelta del luogo di celebrazione delle nozze. Dal 2020 anche questa tipologia di nozze, a causa delle restrizioni imposte alla mobilità internazionale, è notevolmente diminuita: 918 del 2020 (-77,6%) e 1.574 del 2021 (-61,6% rispetto al 2019. I matrimoni tra stranieri in cui almeno uno dei due sposi risulti residente in Italia nel 2021 sono stati 4.508, per lo più tra cittadini romeni (1.108 nel 2021; 24,6% dei matrimoni tra sposi stranieri residenti) e quelli tra nigeriani (871; 19,3%).
Circa le modalità del matrimonio, è in netta prevalenza il rito civile (54%). Il rito civile è diffuso soprattutto nelle seconde nozze (95,0%), una scelta obbligata se tra divorziati, e nei matrimoni con uno sposo straniero (91,9%), anche se è una scelta in rapida diffusione nel caso di primi matrimoni (37,5%), in particolare nelle aree geografiche del Centro.
Questo è il quadro della nuzialità espresso dai dati ISTAT. Ma dagli stessi dati emergono anche altre informazioni importanti sulla stabilità della famiglia. E in questo caso il fenomeno è inquietante: i divorzi consensuali presso i Tribunali sono stati 34.225 (+ 31%). A partire dal 1970, anno di introduzione dell’istituto del divorzio, il numero dei divorzi è sempre stato crescente, soprattutto dopo l’introduzione delle procedure consensuali extragiudiziali e il cosiddetto “divorzio breve”. La pandemia ha inciso negativamente sulla stabilità familiare, soprattutto nel periodo della chiusura di uffici e della restrizione sulla mobilità. Nel 2021, le separazioni sono state complessivamente 97.913 (+22,5%), e i divorzi sono stati 83.192, il 24,8% in più rispetto al 2020. L’85,5% delle separazioni e il 70,0% dei divorzi consensuali si sono conclusi consensualmente.
Va poi sottolineato il fatto che circa il 23,8% delle separazioni e il 29,7% dei divorzi sono avvenuti con provvedimenti extragiudiziali, vale a dire fuori dai Tribunali e con negoziazioni assistite da avvocati, direttamente presso gli Uffici di Stato Civile (ex art. 12): nel 2021, 13.551 separazioni (13,8% di tutte le separazioni) e 17.469 divorzi (21% di tutti i divorzi), con tempi e costi molto inferiori rispetto alle altre procedure.
- Sociologa dell’educazione. ISP Roma