Avviandosi a una consolidata tradizione, il 18, 19 e 20 settembre scorsi si è svolto nell’Area Feste di Brugherio (Monza e Brianza) il Terzo Festival della Paternità, organizzato dalla Onlus “Papà Separati Lombardia”. Vi hanno aderito, a vario titolo, oltre 40 associazioni, a dimostrazione di come ormai la costellazione delle associazioni di padri (ma c’erano anche le mamme separate e i nonni che, dopo la separazione dei figli, hanno difficoltà a frequentare i nipoti) abbia raggiunto le dimensioni di un piccolo universo.
Sono stati tre giorni di intenso confronto, dibattito, ma anche di svago e relax, in un clima informale favorito da un sole decisamente ancora energico. Insomma, tavole rotonde ma anche… tavole calde. Dotte dissertazioni, ma anche birra e lasagne all’aperto o sotto estivi gazebo. Convegni con alcuni fra i più accreditati studiosi di paternità (lo psicoanalista Claudio Risé, l’avvocato Massimiliano Fiorin, il pediatra Vittorio Vezzetti, il presidente dell’I.S.P. Maurizio Quilici, l’educatore Antonello Vanni) ma anche concerti dal vivo e intrattenimento per i bambini.
La presenza del presidente Quilici, che con Risé e Fiorin ha tenuto una relazione sul tema “Il dramma e i costi di una società senza padri”, ha permesso al nostro Istituto di aggiornare la conoscenza dell’associazionismo che ruota attorno alla figura del padre: un mondo sempre più ricco di sigle, articolato e complesso, dove innumerevoli spinte (centrifughe e centripete) di collaborazione e antagonismo, di forte impegno altruistico e di chiassoso protagonismo agitano le acque in cerca di una rotta comune. Molto è stato indubbiamente fatto da quando le associazioni di padri separati muovevano i primi passi, ma molto resta ancora da fare. Tuttavia è evidente che la spinta di quello che viene genericamente chiamato il “movimento dei padri” è inarrestabile e destinata solo a crescere. L’auspicio che si può fare dal nostro punto di vista è che il movimento mantenga la sua natura polemica e combattiva (di “movimento” appunto) pur evitando forme di protesta eccessivamente plateali, ma soprattutto eviti una parcellizzazione eccessiva che ne svilirebbe le energie e ne minerebbe la credibilità. E che, laddove non riescono forme di fusione, cerchi almeno strutture di reale, solido coordinamento.