Dopo le mamme-tigri, anche i papà fanno la loro parte. In Giappone, nella selvaggia isola di Hokkaido, un uomo ha pensato bene di punire suo figlio fingendo di abbandonarlo, ma il bambino si è allontanato e si è perso. Lo hanno trovato sano e salvo dopo ben sei giorni. Il piccolo, Yamato Tanooka, sette anni, era in viaggio con i genitori e la sorellina. Poiché non smetteva di lanciare sassolini ad automobili e persone, il padre ha finto di abbandonarlo e si è allontanato. Ma quando è tornato il bambino era scomparso. Alle ricerche, estese nel raggio di nove chilometri, hanno partecipato 200 persone. Alla fine, il piccolo è stato trovato. Allontanatosi subito dopo l’”abbandono”, aveva percorso quasi sei chilometri, dopodiché si era rifugiato in un hangar militare abbandonato, dove aveva trovato giacigli per dormire e un rubinetto dal quale bere, ma nulla da magiare. “L’ho fatto per il suo bene” – ha commentato il padre – “ma evidentemente ho esagerato”. A pensare che abbia esagerato sono stati in molti, a giudicare dalle critiche feroci che gli sono state rivolte.
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Anche quest’estate, come ogni anno, si sono ripetuti episodi drammatici di bambini “dimenticati” in auto, sotto il sole, dai genitori. A Vada, in provincia di Livorno, una bambina di 18 mesi, rimasta chiusa in auto sotto il sole per quattro ore dalla madre, che si era recata al lavoro dimenticandosi di accompagnare all’asilo la piccola, è morta nell’ospedale Mayer di Firenze dove era stata ricoverata.
In Texas è stato un padre a dimenticare il figlio in auto. Anche in questo caso avrebbe dovuto accompagnare il bambino all’asilo, invece si è diretto al parcheggio del grande magazzino dove lavora e ha dimenticato il figlio in macchina. Solo nel primo pomeriggio si è ricordato del bambino, ma era ormai troppo tardi. Nello stesso stato del Texas un altro episodio allucinante: un uomo – un insegnante disoccupato di 33 anni – ha accompagnato i figli più grandi all’asilo, poi è tornato a casa dimenticandosi in auto la figlia più piccola, di sei mesi. Si è messo a dormire e quando si è svegliato si è ricordato di lei. Quando ha visto che la piccola era in condizioni gravissime ha cercato di rianimarla mettendola nel frigorifero, ma la bambina è morta. Da più parti si chiede alle case automobilistiche di installare sistemi di allarme che segnalino la presenza a bordo di un bimbo “dimenticato”.
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La Corte di Cassazione ha negato l’affido esclusivo dei due figli ad una donna che lo aveva richiesto in quanto riteneva che la conversione dell’ex marito ai Testimoni di Geova – successiva alla separazione – fosse “in contrasto con i valori del cattolicesimo accettati con il matrimonio”. I giudici hanno sentenziato che la scelta spirituale dell’uomo non giustificava l’affido esclusivo alla madre e che i bambini avevano diritto a mantenere un rapporto “equilibrato e continuativo” con entrambi i genitori. Hanno però predisposto “misure idonee” a garantire che il rapporto con il padre non si traduca in “indebite opressioni o condizionamenti volti ad imporre l’accettazione” del suo credo.
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Avrebbe lasciato che la figlia di dieci anni venisse violentata da un ottantenne, dal quale riceveva in cambio piccoli regali e somme di denaro. Sia il padre della bambina che il presunto violentatore sono stati arrestati dai carabinieri. E’ accaduto nella provincia di Enna.
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Gabriel, bambino americano di otto anni, si sentiva “un mostro” per la cicatrice a forma di ferro di cavallo che segnava la sua testa dopo un’intervento chirurgico per un tumore al cervello. Così il padre, John Marshall, originario del Kansas, per consolarlo si è rasato a zero e si è fatto tatuare sulla testa una cicatrice identica. “Se la gente vuole guardarti” – ha detto l’uomo al figlio – “allora dovrà guardarci entrambi”. Padre e figlio hanno diffuso sul Web una foto che li ritrae con le teste vicine, mentre il primo bacia il bambino.
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Ancora un padre che rinuncia al suo lavoro per un periodo cospicuo per dedicarsi alla figlia appena nata. Questa volta è un medico romano, Rienzo Businco, otorino, primo dirigente medico dell’ospedale Santo Spirito di Roma. Nel suo curriculum centinaia di pubblicazioni scientifiche e la ideazione di nuove tecniche nelle terapie di naso, orecchi e gola. Businco ha fatto ricorso alla legge che prevede il congedo parentale (varata nel 2000, ma utilizzata solo dal 14% dei padri) e per i prossimi sei mesi si occuperà quasi esclusivamente di Adelaide, la figlia. Intervistato dall’Agenzia ANSA, Businco ha spiegato che essere medico gli ha permesso di capire “le necessità dei soggetti fragili, e fra questi bambini e neonati”, i quali, come il malato nei confronti del medico, vivono un’esperienza di dipendenza. “Non sono un ragazzo padre e meno che mai un mammo”, ha voluto precisare il medico, “siamo una coppia di genitori presenti. E non mi sento un eroe o un buonista”. Businco non ha abbandonato del tutto i pazienti cronici e i casi urgenti, tenendosi in contatto con i suoi collaboratori ma “col contagocce”.