Alfredo Poloniato,
Erik verrà con noi,
Albatros, Roma 2010,
pp. 231, € 15,90
Un padre che, di fatto, si è già separato alla nascita del figlio, si è allontanato troppo presto ed è emigrato in Svezia. Torna sporadicamente e sparisce per anni (senza mai provvedere economicamente al figlio) cosicché il ragazzo lo conoscerà solo a 14 anni. Ancora incontri brevi, saltuari, deludenti. Eppure quel padre manca terribilmente, anche se il figlio cresce e si fa giovanotto. Forse fra i due si profila una conoscenza, una comprensione, forse il figlio incontrerà il padre e il padre il figlio. Ma di nuovo l’uomo se ne va troppo presto, e questa volta è per sempre, portato via da un infarto. Dopo la sua morte, il figlio scoprirà di avere in Svezia un fratello, una sorella, forse un altro fratello (il misterioso Erik). Alfredo – il figlio – vorrà sapere. E viaggerà, cercherà, chiederà.
Questo libro è la storia dolorosa – e autobiografica – di un figlio che cerca suo padre. Una ricerca fatta di misteri, sorprese, smentite, colpi di scena. Per anni la speranza, l’illusione, il vuoto… E poi l’amarezza, la delusione, il giudizio, la condanna di quel padre sconosciuto. E la rassegnazione. Ma è dubbio che quel vuoto Alfredo possa mai riempirlo davvero. Perché la sua – come lui sa bene – è “una favola incompleta” e una storia “cui non potevo dare la parola fine”
Chi conosce Poloniato (è uno dei soci ISP che nel 2008 ha ricevuto una targa per i 20 anni di iscrizione) e la sua schiva riservatezza resterà sorpreso da questo rivelarsi ed aprirsi. E capirà meglio il percorso amaro della sua sofferenza.