di Maurizio Quilici*
(Il seguente editoriale è parzialmente tratto dall’articolo di Maurizio Quilici Adozione ai single: forse giusto aprire la porta, non spalancarla, pubblicato sul numero 1/2011 della Rivista AIAF – Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori)
Non sono tra i difensori a spada tratta della adozione ai single, ma nemmeno fra coloro che demonizzano una simile ipotesi. E la recente sentenza (n. 3572/2011) con cui la Cassazione ha respinto il ricorso di una donna di Genova che chiedeva di far divenire “legittimante” l’adozione “in casi particolari” per la quale era divenuta mamma single di una bambina spinge ad alcune riflessioni. Tanto più che nella stessa sentenza i giudici hanno auspicato che il legislatore “apra” l’adozione piena anche ai single.
Non mi sembra giusto escludere questa possibilità, ma mi sembra giusta una gradazione, ossia considerare in primo luogo l’adozione da parte della coppia (che consente la presenza, certamente ottimale, di una figura maschile e di una femminile) ma ammettere anche la possibilità generalizzata della adozione al single, non più limitata ai “casi particolari” come prevede la Legge 149 del 2001 all’art. 44.
Mi rendo conto che, impostando così il problema, si rischia di rendere di fatto inapplicabile l’adozione ai single, dato che il numero di richieste da parte delle coppie supera di gran lunga quello dei bambini in stato di adottabilità. D’altra parte, è vero che un bambino ha bisogno anzitutto di amore, cura, comprensione, empatia. Se sia un uomo o una donna a darli, una persona sola o due, coppie etero od omosessuali
* Presidente dell’ISP