Giuliana Mieli,
Il bambino non è un elettrodomestico,
URRA, Milano 2009,
pp. 208, € 13,00
I vari capitoli segnano ambiti di riflessione diversi: i primi due “guidano” le madri alla gravidanza, al parto, al puerperio con utili informazioni e pratici suggerimenti (qui la funzione paterna è definita ” ‘sacra’ nel senso della sua necessità assoluta (…) per la piena riuscita della prole”); il terzo sostiene la necessità di una “rivoluzione culturale” che rivaluti e approfondisca la vita affettiva. Una parentesi sulla storia della filosofia serve all’Autrice (psicologa clinica con laurea in filosofia teoretica) per affermare che la scienza non è in grado – da sola – di comprendere la complessità della natura e della vita. Critica nei confronti della società dei consumi, Mieli chiama in causa la psicologia – il suo ruolo e la sua responsabilità – nella cura, attenzione, comprensione del bambino. Nell’ultimo capitolo lo sguardo torna sulla maternità: come fare perché il personale delle strutture territoriali e ospedaliere (e poi i genitori) abbiano una formazione “affettiva” e non solo medico-scientifica? Perché razionalità e conoscenza si uniscano ad affettività e emotività?