Elisabetta Ruspini (a cura di),
Uomini e corpi,
FrancoAngeli, Milano 2009,
pp. 294, € 30,00
Tredici autori – oltre alla curatrice – si interrogano sul rapporto tra il maschio e il suo corpo. Un universo poco indagato, stante la scarsa disponibilità degli uomini (almeno fino a ieri) a parlare di sé e del proprio corpo, nonostante il maschile e la sua corporeità siano in rapida e profonda trasformazione. Spicca negli studi la nuova cura del corpo, che per la sociologa Ruspini non significa “femminilizzazione”, ma “un percorso di umanizzazione, sensibilizzazione e di crescente confronto – anche se non sempre facile – con il mutamento sociale”.
Sotto il profilo della paternità si rileva l’emergere della categoria dei new men “più propensi alla cura dei figli, al consumo, all’espressione dell’emotività e a una serie di attività in precedenza codificate come femminili” (Rossella Ghigi). La paternità fondata sull’esercizio della autorità, sulla visibilità sociale, sulla trasmissione di saperi e ruoli “ha ridotto lo spazio e le risorse comunicative per vivere una relazione affettiva con i figli” (Stefano Ciccone). L’aumento della richiesta di psicoterapia da parte di uomini è vista come segno di difficoltà nella identità e di un “profondo senso di inadeguatezza relativamente ai propri ruoli maschili e all’espressione della propria mascolinità”. (Marco Inghilleri e Nicola Gasparini).