Sono quasi sempre i padri, dopo la separazione, a dover pagare l’assegno di mantenimento per i figli (nel 94% dei casi, secondo l’Istat). Ma, a quanto pare, molti di loro sono inadempienti. Per l’Aiaf, Associazione di avvocati di famiglia, il 65% dei padri separati,non paga – o non paga regolarmente – il mantenimento. Colpa del disinteresse e dell’egoismo, a volte; colpa spesso delle condizioni economiche che, aggravate dalla crisi in atto, non permettono ai padri separati una vita normale. Su oltre due milioni di padri separati in Italia – osserva l’AMI, Associazione Matrimonialisti Italiani – ben 800mila vivono in condizioni di indigenza, al punto che molti di loro sono costretti a frequentare le mense della Caritas.
Fino ad oggi la magistratura ha evitato di colpire con la pena della detenzione, che pure è prevista dal Codice Penale, i padri indempienti, ricorrendo ad altre forme di pressione (non sempre efficaci). Anni fa suscitò molte polemiche la sentenza di un giudice che vietò la frequentazione con i figli a un padre che non pagava l’assegno di mantenimento. Ora, però, c’è un precedente: la Corte d’Appello di Torino ha condannato un padre inadempiente a tre mesi di reclusione senza la sospensione condizionale della pena. C’è chi ha definito la sentenza “un ottimo esempio” contro “un atteggiamento lassista che preferisce applicare la sospensione condizionale della pena” e chi si è strappato i capelli pensando ai tanti padri separati costretti a tornare a casa di mamma e papà perché non possono permettersi un affitto.
Sul caso di Torino non conosciamo i particolari e siamo (quasi) certi che la magistratura avrà avuto i suoi buoni motivi per applicare con severità la legge. Certo è che una misura così severa va applicata con molta attenzione e l’auspicio del nostro Istituto è che i giudici considerino con grande scrupolo ogni singolo caso di padre inadempiente, valutando attentamente circostanze e motivazioni Ci sono, fra i padri separati, i furbi e i disonesti da colpire; ma ci sono anche tanti uomini che la separazione (come è noto voluta, nella maggior parte dei casi, dalla donna) ha messo davvero in ginocchio.