Alcuni anni fa la loro vicenda aveva suscitato molte polemiche: Un uomo di 69 anni e una donna di 57, entrambi torinesi, erano divenuti genitori di una bambina che gli era stata subito tolta e dichiarata adottabile dalla Corte di Cassazione (una delle ultime sentenze firmate dal presidente Corrado Carnevale) che aveva confermato la decisione della Corte d’Appello di Torino. Alla fine dello scorso giugno la stessa Cassazione, accogliendo un ricorso straordinario della coppia, ha sconfessato la precedente sentenza del 2013, stabilendo che la bimba deve tornare con i genitori. La sentenza del 2013 si era basata su due elementi: l’età avanzata dei genitori e un episodio di presunta trascuratezza (la piccola sarebbe stata lasciata sola in auto per alcuni minuti). Con la nuova pronuncia i giudici della Suprema Corte ha ritenuto infondata l’accusa di abbandono per aver lasciato alcuni minuti in auto la bambina, affermando fra l’altro il principio che “è revocabile per errore di fatto la sentenza di Cassazione che, nel confermare la declaratoria dello stato di adottabilità assunta dai giudici di merito” si sia fondata su una circosatnza esclusa nel corso di un processo. Ma soprattutto, hanno ritenuto che il fattore età avesse agito come un ingiusto pregiudizio. E’ questa la parte più interessante e significativa della sentenza. Infatti, essi hanno ricordato l’orientamento della Corte di Giustizia europea, per la quale l’adozione è misura “estrema” da adottare solo in caso di genitori “indegni”, per poi osservare che l’età dei due coniugi era stata considerata una sorte di “deviazione dalla norma”. Senonché, osserva la Corte, la legge italiana non pone limiti anagrafici a c hi voglia generare. Infine, secondo i giudici, il precedente giudizio aveva ignorato tutti gli elementi che deponevano a favore della idoneità genitoriale della coppia.
Inutile descrivere la felicità incredula dei due coniugi, oggi rispettivamente di 75 e 63 anni. Restano, irrisolte, alcune perplessità in chi apprende la notizia: la prima deriva dal fatto che a distanza di tre anni lo stesso organo giudicante (sia pure con un diverso Presidente) abbia pronunciato una sentenza esattamente opposta, sconfessando se stessa. La seconda come sarà ora possibile riunire questa famiglia (i genitori non avevano notizie dalla figlia dal 2012) guarendo le ferite prodotte finora nei genitori e nella bambina ed evitando di infliggerne altre.