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Così la pensano


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“Il gruppo dei figli cresciuti in case senza padre è in testa a tutte le statistiche di portatori di problemi psichici, comportamenti a rischio e devianze sociali” (Claudio Risé, psicoanalista. Intervista a F, 8 maggio 2013).

 

“Sono centinaia di migliaia i minori europei che perdono rapporti continuativi con uno dei genitori dopo la separazione (molto più frequentemente il padre) e i sistemi giudiziari paiono incapaci di porre freno alla situazione. Questo comporterà gravi conseguenze nei prossimi anni, in termini sia biomedici sia sociali”. (Vittorio Vezzetti, medico pediatra. Pediatria preventiva & sociale, n. 1 – 2015).

 

“E a me piacciono questi nuovi papà, che fanno un sacco di cose che per i nostri nonni sarebbero state impensabili. Prendiamo i padri separati: ieri erano soprattutto un portafoglio che si apriva (se si apriva) per mantenere l’erede, oggi invece sono presenti e attivi. Fanno i padri”. (Ilaria D’Amico, conduttrice TV. Dlui, novembre 2015).

 

“Non vorrei essere uno di quelli che partecipano al gioco di dare tutte le colpe al ’68, ma certo è da lì che viene la crisi della capacità educativa delle istitutzioni sociali. Quando si insinua il dubbio per cuil’educazione è solo coercizione e inibizione della libera spontaneità, ecco, mi sembra che la crisi cominci proprio lì. La crisi del padre è un aspetto di una più generale crisi delle istituzioni educative. Una società che mette alla berlina tutte le istituzioni educative in nome del desiderio e della spontaneità inevitabilmente porta anche alla crisi del padre”. (Sergio Belardinelli, docente di Sociologia all’Università di Bologna. IntelligoNews, 19 marzo 2015)

 

“La negoziazione genitori-figli (…) è destinata a fallire, lo ricorda proprio Giuseppe Maiolo, se la figura paterna latita. Troppe madri, oggi. Troppa energia femminile. Troppo cerchio magico. Maiolo dice che il ‘mammo’ ha spesso dimenticato che il compito fondamentale di un padre è insegnare la disciplina e il dovere. E presiedere ai riti di ingresso nella vita adulta” (D – la Repubblica delle donne, 7 novembre 2015)

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