“Nulla giustifica quest’atto disperato. Resta un gesto di puro egoismo. [la frase si riferisce a un padre separato che non riusciva a vedere suo figlio. L’uomo ha cercato di uccidersi con il bambino. Lui è morto, il figlio, di nove anni, si è salvato, n.d.r.] Resto tuttavia dell’idea che ci si dovrebbe di nuovo interrogare sul significato esatto dell’espressione ‘interesse supremo del minore’. (…) Non si dovrebbe smetterla di privilegiare sempre e solo uno dei due genitori (…)? I giudici, troppo spesso, pensano che solo una donna sia capace di accudimento, che un bambino abbia soprattutto bisogno della propria mamma e che un uomo, in fondo, può facilmente consolarsi dopo una separazione. Non è tuttavia né il sesso né il genere che determinano l’attaccamento ai figli. Forse è il momento di ammetterlo”. (Michela Marzano, filosofa e scrittrice. la Repubblica, 3 aprile 2017)
… è il concetto antropologico dell’essere figli quello di contrapporsi ai padri. Oggi questo manca ed è un vuoto terribile perché se non ti confronti col padre e non hai anche un po’ di odio/amore per lui, non ti superi. Noi l’abbiamo fatto con i nostri padri. Però non con la rabbia, l’odio, il livore, la frase cattiva sui social network, ma con il fare. Il fare è cercare la propria strada, conoscere il mondo da sé. Questo devono fare i figli”. (Roberto Vecchioni, cantautore e professore di liceo. la Repubblica, 23 luglio 2017).
“Il padre non coincide con lo spermatozoo: c’è padre solo dove c’è la trasmissione di una eredità capace di umanizzare la Legge, c’è padre solo dove c’è testimonianza che la vita può essere desiderata sino alla sua fine, c’è padre solo quando si offre al figlio una versione singolare della forza del desiderio, c’è padre, come afferma Lacan, quando la Legge sa incarnarsi nel desiderio”. (Massimo Recalcati, psicoanalista. la Repubblica, 14 luglio 2017)
“Scomparsa l’autorità dei padri, bambini, adolescenti e post-adolescenti hanno preso il potere. Sentono di avere tutto il diritto di esprimersi al di fuori di un contesto etico, piuttosto in un contesto estetico. [Il titolo dell’intervista è “Figli del mondo ma senza padre. E internet riempie quel vuoto”, n.d.r.] – Come siamo arrivati a questo punto? Con la perdita dell’autorità del padre, il custode dell’etica della crescita, del rispetto delle leggi, delle tradizioni e delle divinità. Ma i vuoti, in fatto di autorità, non restano mai tali. Si riempiono subito. (Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra. la Repubblica, 4 novembre 2017)
“ Se poi i figli (…) diventano oggetto delle contese genitoriali, allora siamo alla crudeltà mentale di chi utilizza il sentimento incondizionato che lega i genitori ai figli per ottenere vantaggi economici, o semplicemente per vendicarsi del tradimento o dell’abbandono subito. La soddisfazione emotiva che dà la vendetta, quando il gioco è condotto sulla testa dei bambini, è pura e semplice crudeltà”. (Umberto Galimberti, psichiatra. D – la Repubblica delle donne, 4 novembre 2017)