Editore: Edizioni Osiride, Rovereto (TN)
Anno: 2020
Prezzo: € 14,50
Pagine: 157
Gli uomini – intesi come genere maschile – sono una cosa seria? A leggere questa galleria c’è da dubitarne, eppure… Con garbo ed ironia le autrici raccontano (più spesso fanno raccontare) incontri con uomini – uomini italiani – e con i loro difetti che potremmo dire “nazionali”.
C’è l’uomo che non conosce la parità dei sessi in casa ma la rivendica quando si tratta di pagare il conto al ristorante; quello che si defila perché “Sei troppo donna” e “Mi fai paura quando sto con te”; quello che è pazzo d’amore e domani chiarirà tutto con sua moglie, ma il domani non viene mai, perché di fronte alle “indispensabili certezze” di “calzini stirati e cena pronta” ogni proposito si smorza; c’è il fedifrago seriale (a quanto pare gli italiani sono in vetta alla classifica europea, davanti a spagnoli e francesi); il devoto assiduo alla messa della domenica con moglie e figli, ma devoto anche all’amante.
Vari ritratti – nei campi della politica, della cultura, dello sport, della religione, del sesso… – sono intervallati da commenti che riportano statistiche, citazioni, riferimenti, ricerche, fotografando una serie di fenomeni antichi o attuali. Fra i primi il “cocco di mamma” – un classico italiano – incapace di emanciparsi da una genitrice onnipresente e invasiva. Per le autrici, una situazione senza speranza, perché “in Italia la mamma non si tocca”. Non manca una riflessione su separazione e divorzio, laddove si ricorda che più della metà delle madri deve ricorrere al giudice per ottenere l’assegno di mantenimento dall’ex compagno, ma anche che tanti padri separati “non riescono ad acquistare con i loro stipendi nemmeno i beni primari”.
Tra i fenomeni nuovi, il calo dei rapporti sessuali, ridottisi del 10% in 15 anni, che va di pari passo con la diminuzione nella vendita di profilattici e anticoncezionali. O l’aumento delle chat sui siti di incontri durante il lockdown, al quale ha corrisposto – secondo Amnesty International – un aumento di denunce al Telefono Rosa di oltre il 70%). E ancora la cura, spesso maniacale, del maschio per l’aspetto fisico: ore e ore dedicate alla palestra, alla depilazione (il trattamento più richiesto), all’abbronzatura, alla manicure, ai massaggi. Molti uomini vanno oltre: trapianto di capelli, liposuzione, ginecomastia, blefaroplastica, rinoplastica e… falloplastica.
Non mancano situazioni antiche ma che solo ora (e timidamente) emergono, come la violenza esercitata dalle donne sugli uomini: “sempre più mogli e compagne ricattano, umiliano o distruggono economicamente i loro partners” e quando non possono fare altrimenti “giocano la carta vincente: portare via tutto, figli e casa compresi, e mettere l’ex amato sul lastrico”.
Altri difetti italici (a seconda dei punti di vista, naturalmente) vengono qui trascurati per mancanza di spazio.
Ma insomma, il maschio italiano è ridotto così male? Alla fine del libro le autrici cercano voci consolatorie e le trovano. Perché “gli italiani risultano fra i più belli e sexy al mondo, subito dopo quelli australiani”, perché hanno “il loro naturale fascino mediterraneo e l’innata passionalità” (per questa, però, devono vedersela con spagnoli e brasiliani), perché nella classifica dei premi Nobel l’Italia è all’ottavo posto nella classifica dei Paesi vincitori. Insomma, alla fin fine i maschi italiani passano l’esame. Quella che proprio le due autrici non riescono ad assolvere è “la suocera ingombrante, impicciona e assolutamente di parte”. D’altra parte, come dar loro torto? Alle madri tocca in buona parte la responsabilità di figli viziati e immaturi, convinti di essere al mondo per essere serviti. Prima dalla mamma, poi dalla compagna.