Editore: ultra, Roma
Anno: 2020
Prezzo: €14
Pagine: 137
C’è voluto del tempo per procurarmi questo libro (qualche problema con l’Editore), ma alla fine ci sono riuscito. Addirittura ho avuto anche il secondo che lo stesso Autore ha pubblicato pochi mesi fa e del quale parlerò nel prossimo numero di questo notiziario. Cominciamo, per l’appunto, dall’Autore, che è un life e business coach. Ora dovrei spiegare cos’è il coaching e come opera un coach. Mi limiterò a riportare le definizioni dei due termini tratte da Oxford Languages: “Processo di sviluppo delle capacità, risorse e competenze di una persona gestito da un professionista qualificato (coach), attraverso l’individuazione degli ambiti di potenziale crescita e la definizione di un programma finalizzato al raggiungimento di obiettivi personali o professionali”. Per chi volesse saperne di più c’è ampio materiale su Internet. Particolarmente esaustivo ho trovato il sito www.prometeocoaching.it
Grammatico – padre di Gaia e Gioele, rispettivamente di dieci e sette anni – è dunque un coach che da anni si dedica anche alla famiglia, ai padri in particolare. Persona tanto vulcanica quanto sensibile, sembra aver trovato nella paternità – a giudicare dai suoi libri e dalle sue iniziative – la dimensione ideale per esprimere tutte le sue potenzialità e le sue notevoli energie.
Questo libro si articola dunque secondo gli schemi del coaching, un coaching “umanistico” lo definisce Grammatico, ossia “una serie di allenamenti filosofici e relazionali che rendono i nostri valori strumenti vivi di potenziamento della nostra felicità e di quella delle persone che amiamo e che ci amano”. Detto così so di ingenerare il timore che il libro sia qualcosa di difficile da digerire, mentre è esattamente il contrario. Si tratta di un libro spigliato, spesso spiritoso, scritto con linguaggio informale e colloquiale. Il che non vuol dire necessariamente “semplice” e men che meno banale (vedi il capitolo sulla metafora, che cita in sequenza Pessoa, Lakoff e Bauman) o quello sull’”adorcismo”.
Ogni capitolo del libro comincia con un breve racconto autobiografico; segue il testo e quindi un workout, ossia un esercizio, consistente in un vero a proprio “allenamento alla paternità” (questo è, dichiaratamente, l’obiettivo del libro). Infine, il suggerimento per uno o più libri per l’infanzia. In ogni pagina trabocca l’amore immenso di un padre, con pagine molto belle come quelle che raccontano quando – secondo l’Autore – diventiamo papà (“quando tocchiamo nostro figlio o nostra figlia” per la prima volta). Sono riflessioni (e spinte alla riflessione), suggerimenti di piccole azioni che sottendono un significato, come quello di valutare bene e pesare le parole, perché “le parole” – ricorda Grammatico citando Emile Littrè – “sono esseri viventi” e dire a tuo figlio “parla piano”, invece di “non urlare”, ha un diverso significato.
Peccato qualche refuso nel testo, ma questo è ormai un difetto comune a tanti libri e a tanti editori (anche quelli più noti e blasonati). Insomma, può darsi che qualche lettore-padre non abbia voglia di seguire il percorso di coaching vero e proprio e salti i workout, ma anche così avrà appreso molte cose per poter essere un… “padre imperfetto”. Imperfetto non perché sbagliato – come spiega l’Autore – ma perché, procedendo per tentativi ed errori – è certamente migliorabile e soprattutto sempre incompiuto.