Editore: Casa Editrice Persiani, Bologna
Anno: 2014
Prezzo: €14,90
Pagine: 184
Anche in questo testo, come in quello sopra recensito di Rocchino Nardari, si prende in esame il tema dell’uomo-vittima, questa volta in un contesto più generale di violenza di donna sull’uomo. Là storie di separazione, qui dati, statistiche, grafici, istogrammi, citazioni di studi.L’autrice, Glenda Mancini, è una giovane laureata in Scienze dell’Investigazione che ha deciso di trasformare la sua tesi di laurea in un libro. Così facendo si è assunta un compito tanto gravoso quanto ingrato. Gravoso, perché la carenza di studi italiani in materia l’ha costretta a ricorrere a fonti prevalentemente straniere e specialmente americane (con le possibili differenze interpretative che ne derivano); ingrato perché in tempi nei quali la violenza sulle donne travalica spesso una indubbia e dolorosa realtà per trasformarsi in slogan superficiali e opportunismo, affermare con decisa schiettezza che se si vuole parlare onestamente di “violenza di genere” non si deve ignorare l’inevitabile “rovescio della medaglia”, beh… è quanto di meno politicamente corretto si possa oggi immaginare.Tracciata nei primi capitoli l’evoluzione storica dei rapporti uomo-donna nella coppia e nella famiglia, Mancini ridimensiona un ben radicato stereotipo, quello che vuole la violenza fra i generi unidirezionale, del maschio carnefice verso la donna vittima. Lo fa con dati alla mano, citando studi e ricerche (spesso opera di donne), senza acredine, senza partito preso ma anzi con una correttezza di approccio che ne svela l’onestà intellettuale. E smentisce la veridicità di messaggi come quello – ampiamente noto – che la violenza maschile sia in Italia “la prima causa di morte per le donne”. Slogan abusatissimo, che le correzioni di alcuni studiosi (come il sociologo Arnaldo Spallacci, membro del nostro Istituto, nel suo libro Maschi, il Mulino 2012) non hanno minimamente intaccato. Eppure, come fa notare Mancini, basterebbe consultare gli studi e le statistiche dell’Istat per capire l’assurdità di questa affermazione.Nucleo del libro, uno studio sperimentale condotto dall’Autrice attraverso la somministrazione online a soggetti maschi di un sondaggio già utilizzato per il tema della violenza sulle donne e indirizzato al solo sesso femminile.Glenda Mancini (l’ho conosciuta di recente) è una giovane donna che dei giovani – quelli migliori – ha la semplicità dei modi, l’entusiasmo, la verve, la fiducia, la voglia di cambiare, il rifiuto di ciò che è falso, ambiguo, scorretto. Auguriamole perciò che questo libro sia il primo di una lunga serie.