Editore: Bompiani, Milano
Anno: 2010
Prezzo: €17,50
Pagine: 286
Strano libro, questo, che recensiamo con un certo ritardo. Storia luccicante e a tratti luciferina, irretisce con il sarcasmo/ironia del linguaggio, mescolato di piacevole ricercatezza e irritante splatter (così le acrobazie vomitatorie della protagonista-Autrice), iridescente, fantasioso negli accostamenti, cinico e romantico, nostalgico e giovanile (come quando appare l’intercalare dei nostri ragazzi: “tipo…”, che contrasta con la ricchezza lessicale dell’Autrice). In un secondo momento segui incuriosito e divertito le vicende – vere, si apprende da alcune interviste – di una famiglia decaduta, con un padre che “anche se è stato un giocatore, un moroso, un debitore, un protestato e un cattivo pagatore, è sempre stato un papà orgoglioso di sua figlia piccola”.
Nelle pagine finali, alla morte del padre si disvela tutto l’amore di figlia, il senso di colpa (“Avrei voluto aiutarlo, riscattare la sua pena di vivere”), il rimpianto per una vita fatta di rinunce e contrasti,
ma anche di complicità (“Noi” – le dice il padre morente nell’immaginario addio – “abbiamo sognato insieme”; e molte pagine prima lei ha scritto: “Siamo complici. Lo saremo per sempre”). Le ultime sette pagine in corsivo – quell’addio paterno – sono così vere e sentite da rendere certa nel lettore/lettrice una forte commozione.