Editore: Edizioni Tlon, Roma
Anno: 2016
Prezzo: €14,90
Pagine: 242
Un libro che offre molti punti di riflessione e di analisi; anzi – ci sia consentito il gioco di parole – di psico-analisi. Gli Autori infatti, tranne uno se non erriamo, sono tutti psicoterapeuti di indirizzo analitico-archetipico e il testo è fortemente improntato da questa formazione, che si traduce in un linguaggio abbastanza criptico. Fa eccezione il capitolo di apertura, scritto da Luigi Zoja. Si tratta del resoconto registrato di una conferenza che Zoja tenne il 23 novembre del 2002, due anni dopo la pubblicazione della sua opera più famosa, Il gesto di Ettore. Anche Zoja è un analista (è stato Presidente della Associazione Internazionale degli Analisti Junghiani), ma la sua scrittura è sempre accessibile anche ai non “addetti ai lavori”. Cosa che non si può dire per gli altri saggi qui raccolti. Prendiamo per esempio quello di Giorgio Antonelli, Padre prepadre, ricco di suggestioni e informazioni, nel suo trascorrere da Freud a Jung, da Rank a Lacan, a Hillman, Stekel, Federn… E poi mitologia, religione, filosofia… Un capitolo che non è fra i più ostici del libro e offre molti spunti interessanti, ma nel quale possiamo leggere quanto segue: “In questa prospettiva Jung può trasvalutare la triadica sequenza gioachimita di Padre, Figlio e Spirito Santo, sequenza che trova il proprio inveramento nella storia e che gli gnostici avevano già annunciato, in particolare nel Trattato Tripartito attribuito a Eracleone, un seguace occidentale di Valentino”. Ora, a noi pare che chiunque non abbia una discreta conoscenza di Jung e una ancora più precisa conoscenza di storia delle religioni (il Dizionario delle religioni di Alfred Bertholet dedica una riga allo gnostico Eracleone, vissuto nel II secolo dopo Cristo, e due al suo maestro Valentino) avrà qualche difficoltà a seguire il pensiero dell’Autore.
Tra i vari contributi, quello di Marco Alessandrini, psichiatra e psicoterapeuta, affronta un tema di interesse più generale e accessibile. Titolo: “Avvicinarsi al padre mediante l’intuizione onirica: un percorso psicoanalitico attraverso l’arte”. Da Egon Schiele a William Blake, da Jackson Pollock a Alberto Savinio, per finire con Maurizio Cattelan, Alessandrini analizza alcuni esempi di raffigurazione del principio paterno da parte dell’artista. Un artista che è sempre un “padre”, in quanto la creazione artistica “consiste nel ‘far da padri’ al miracolo dell’apparire”. Tra le pagine, un’osservazione quasi en passant: “La psicanalisi e la cultura odierne sono sbilanciate in direzione della madre”.
Per concludere: un libro che entrerà degnamente a far parte della Biblioteca I.S.P., ma la cui lettura riteniamo adatta principalmente a chi svolge la stessa professione degli Autori.