
Editore: Ultra
Anno: 2021
Pagine: 135
Un padre adottivo, un padre avaro e immaturo, un padre violento, uno assente, … Tutti destinatari di una lettera scritta da un figlio o da una figlia (il sottotitolo del libro è “Lettere a papà”, mentre il titolo allude alla possibilità di “dedicarsi uno spazio, un luogo narrato in cui potersi fermare, bevendosi una birra fragrante con altri padri, con sé stessi o con i propri figli”). Vicende reali, raccontate da chi da più di dieci anni con i padri – e soprattutto con i figli – ci lavora, in qualità di pedagogista, counselor ed esperto di scrittura emotiva.
Sono lettere tenere, sofferte, intrise di dolore, pena, rimpianto. Eppure non c’è traccia di odio, di vendetta. Semmai di giustizia, come nella tremenda testimonianza della figlia che, agente di Polizia in prova, fa arrestare il padre per violenza domestica in flagranza di reato (e colpisce, nell’orrendo ricordo di cosa ha subito la madre, la frase che questa ripeteva di continuo alla figlia: “Ma almeno torna da me! Senza di lui sarei sola, che ne sarebbe di me?”). Un ritornello-vicolo cieco che ancora oggi inchioda tante donne.
Lettere che disegnano padri, ma anche figli, come il ragazzo gay che scrive “Non sarò mai padre”, o quello che invece prefigura il padre che sarà, nel nome e nel ricordo del genitore amato.
Affiora spesso una visione paterna patriarcale ed arcaica, gretta, ottusa, costrittiva, talora violenta, legata a stereotipi probabilmente più duri a morire nel Sud, dove opera l’autore di questo libro. Eppure, nonostante il dolore che impregna tante di queste storie, il tono è sempre contenuto, mai urlato. Certo, le emozioni sono lì, subito sotto la superficie, e fanno sentire la loro urgenza e le loro ferite, assieme ai ricordi (quando ci sono).
Sono lettere che ci ricordano l’importanza del padre. Nel bene e, purtroppo, nel male. Nel suo amore e nella anaffettività, nel suo esserci e nella sua assenza, nella sua dolcezza e nella sua violenza… In ogni storia troviamo alcuni elementi comuni: la necessità – purchessia, ad ogni costo – dell’amore paterno e il vuoto della sua mancanza (o della sua distorsione); la volontà di essere diversi dal modello del proprio padre. Quest’ultima – così frequente nei giovani che hanno sofferto un modello negativo di padre – è ciò che lascia sperare in un futuro migliore del rapporto padre-figli.