Editore: URRA, Milano
Anno: 2012
Prezzo: €13
Pagine: 207
Il fenomeno del “bambino tiranno” sta diventando in molte famiglie la regola e stimola, da una decina d’anni, l’attenzione di sociologi e psicologi. Una regola che fa l’infelicità del bambino (con buona probabilità di esiti ancor più infelici nell’adolescenza e nell’età adulta) e dei suoi genitori. Eppure, intorno a noi, negli adulti non vediamo altro che rassegnazione, impotenza, giustificazione. Proprio lo stupore nel constatare quali distorsioni comportamentali la “dittatura” di molti bambini suscita negli adulti – genitori e insegnanti anzitutto – ha spinto Pleux, psicologo clinico, direttore dell’Istituto francese di terapia cognitiva, a scrivere questo libro. Senza la pretesa di offrire soluzioni univoche, ma con lo scopo di far riflettere e di suggerire strategie idoenee a contrastare bambini viziati, capricciosi, violenti, maleducati, egoisti, intolleranti alla frustrazione. Nessun rimpianto per un autoritarismo d’antan, ma il recupero di una autorità che si situi fra permissivismo e autoritarismo.
Nelle famiglie (e forse, per motivi storici, culturali e antropologici, in quelle italiane più che in altre) i bambini hanno spesso il sopravvento sui genitori, tiranneggiandoli, sfidandoli, ingannandoli. Se cresceremo i figli come piccoli egoisti irresponsabili, “alimentati solo dal principio del piacere”, avremo in seguito una generazione di giovani – e poi di uomini – prepotenti e arroganti, insieme fragili e violenti. Qualcuno penserà che si tratta di uno scenario eccessivamente e inutilmente drammatico. Non lo pensa Pleux (e non lo pensiamo noi), il quale scrive: “Non c’è niente di peggio della sottovalutazione di un comportamento infantile inappropriato”. Al suo primo capitolo l’Autore ha premesso questa citazione: “Se in gioventù abbandoniamo l’uomo alla sua volontà e nulla gli si oppone, manterrà una certa ferocia per tutta la vita”. Firmato: Immanuel Kant, La pedagogia.