Editore: San Paolo, Milano
Anno: 2015
Prezzo: € 16
Pagine: 213
L’autore, docente di Lettere, perfezionato in Bioetica all’Università Cattolica di Milano, affronta spesso nei suoi libri il tema dei giovani, della famiglia, della paternità e il suo nome è già apparso in questa rubrica. Sul tema della paternità ricordiamo: Il padre e la vita nascente, Padri presenti figli felici, Lui e l’aborto… In questo testo Vanni affronta un tema doloroso e assai dibattuto: quello della separazione e del divorzio. Lo fa, naturalmente, nella sua ottica, quella di una persona che, per convinzione ideologica e religiosa, è contraria al divorzio – e ancor più di quello “breve” – così come è contraria all’aborto (ma chi è – mi chiedo sempre – è favorevole all’aborto?) e a forme di famiglia che non siano quella “naturale”. Figli nella tempesta rispecchia questo atteggiamento e naturalmente presenta separazione e divorzio in una pessima luce, citando molti studi che avvalorano la tesi divorzio = conseguenze tragiche per i figli ma trascurando quelli che minimizzano le conseguenze della separazione (personalmente, ho espresso più volte la convinzione che la verità non stia né in un estremo né nell’altro e che la separazione sia sempre un trauma per i figli, doloroso e difficile ma con molte gradazioni).
Detto questo, Vanni ha il pregio di scrivere con chiarezza, passione, semplicità. E’ discutibile affermare che la legge sul divorzio “ha portato al tracollo definitivo del matrimonio e quindi della famiglia” ed è stata “il motore di un potenziale sgretolamento”, o sostenere che il divorzio porta con sé “conseguenze psicologiche nell’immediato e sofferenze che dureranno tutta la vita” (corsivo nostro). Non si può che concordare, invece, quando l’autore sottolinea la prassi giudiziaria italiana che nelle separazioni allontana di fatto il padre o quando osserva che, “nonostante sia sempre più chiara l’importanza del padre per il benessere dei figli, la riflessione scientifica e mediatica italiana è ancora molto lontana dal considerare seriamente gli effetti della sua lontananza”.
Anche consigli e spiegazioni dati a chi, comunque, si trova nel vortice doloroso della separazione sono condivisibili, dettati non solo da competenza ma certamente dall’osservazione di molti casi. Particolarmente apprezzabile il capitolo sulla scuola, nel quale è evidenziata l’importanza che la figura dell’insegnante (purtroppo quasi sempre poco preparato su questi temi) può rivestire per aiutare i figli dei separati.