di Silvana Bisogni *
Gli incidenti stradali, secondo l’OMS, sono la nona causa di morte nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni. E il numero di vittime e di feriti è maggiore fra i maschi.
I fattori che convergono nella causa degli incidenti stradali sono noti e riconducibili a tre ambiti: al comportamento del guidatore, allo stato di manutenzione del mezzo di trasporto, alle condizioni ambientali e della strada. Tuttavia, molti studi denunciano che il fattore umano è quello decisivo: consumo di alcol, farmaci e droghe, guida distratta, aggressività, stress ed eccesso di velocità, mancato rispetto delle norme del Codice della strada, solo per citare i fattori più conosciuti.
L’articolo propone una ricognizione statistica sul fenomeno, rinviando ad altra occasione il doveroso approfondimento sulle cause che lo provocano e, in particolare, sull’impatto del fattore umano con i suoi risvolti culturali, sanitari, economici e sociali.
Il problema coinvolge tutti i Paesi del mondo. Secondo il Global status report on road safety (OMS), ogni anno i morti sulle strade sono circa 1,3 milioni e le persone che subiscono incidenti non mortali sono tra i 20 e i 50 milioni.
Nonostante abbiano solo il 48% del totale dei veicoli registrati, nei Paesi più poveri si verifica il 90% degli incidenti globali. E’ pur vero che solo il 29% dei Paesi ha adottato i criteri minimi di base per ridurre la velocità nelle aree urbane e meno del 10% dei Paesi ha limiti di velocità effettivi, molti non hanno norme che regolano il consumo di alcol per chi è alla guida, o l’obbligo del casco per motocicli o l’obbligo di misure di sicurezza come per il trasporto di bambini. Ma indipendentemente dal livello di ciascun Paese, l’incidente stradale rimane una delle più importanti cause di morte e disabilità.
Il problema è così grave che nel 2020 l’Assemblea Generale dell’ONU ha adottato la risoluzione A/RES/74/299 intitolata Improving global road safety, proclamando il Decade of Action for Road Safety 2021-2030 con l’ambizioso obiettivo di ridurre del 50% il numero di vittime della strada e di feriti entro la fine del decennio.
Secondo il rapporto European status report on road safety. Towards safer roads and healthier transport , nella Ue27 il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta a 46,3 (53,6 in Italia). Il problema dell’aumento delle vittime per incidenti stradali colpisce anche i Paesi dell’Ue: nel 2022 sulle strade europee le vittime sono state 20.669 contro 19.932 del 2021, con una crescita del 3,7%. L’incidenza del numero delle vittime ha interessato in particolare Malta (+188,9%), Lussemburgo (+50,0%), Paesi Bassi (+26,6%), Danimarca (+18,5%), Svezia (+18,2%).
La Commissione Europea ha già esposto gli obiettivi sulla sicurezza stradale per il 2030 ed ha avviato un monitoraggio con specifici indicatori di prestazione (Key Performance Indicators) e auspica una vision “zero vittime” per il 2050 (Dichiarazione di Stoccolma, 2020).
Nel mese di luglio 2023 l’ISTAT e l’Automobile Club d’Italia hanno pubblicato una ricerca sugli incidenti stradali in Italia, relativamente all’anno 2022: ne emerge un quadro preoccupante, ma anche spunti di valutazione spesso sottovalutati.
Occorre partire dalla fase immediatamente successiva alla pandemia da COVID, quando la mobilità ha ripreso i suoi ritmi “normali” dopo le misure di limitazione del traffico e si è allentato anche il ricorso allo smart working che ha contributo alla riduzione degli spostamenti casa-lavoro. Alla ripresa post-pandemica, il tasso di mobilità è salito all’80,9% e sono sensibilmente aumentati gli spostamenti con mezzi propri, con un forte incremento dell’uso di mezzi su due ruote (biciclette, mezzi di micro mobilità, motocicli), oltre alla “esplosione” dei monopattini elettrici. Contemporaneamente il tasso di mobilità pedonale, dopo l’emergenza sanitaria, è scesa al 19,7% rispetto al 22,7% del 2021. Ma l’Italia è e rimane un Paese ad alto tasso di motorizzazione con una preferenza dominante per l’automobile.
Sulle strade urbane italiane si sono verificati 133.598 incidenti, con 180.474 feriti e 1.505 vittime; sulle autostrade gli incidenti sono stati 9.148, con 15.290 feriti e 287 decessi. Sulle strade extraurbane, ad esclusione delle autostrade, gli incidenti ammontano a 34.285, i feriti a 55.383 e le vittime a 1.589.
Secondo i dati ISTAT nel 2022 nel complesso le vittime di incidenti stradali sono state 3.159. I conducenti deceduti ammontano a 2.245, i passeggeri a 429 e i pedoni a 485. Nella distribuzione per età, le vittime risultano concentrate nelle classi 45-59 anni e 20-29 anni per gli uomini, tra i 75 e gli 84 anni e 20-24 anni per le donne. L’aumento più consistente rispetto al 2021 si registra però, nel complesso, per le classi di età tra i 55 e 69 anni, con un aumento più rilevante per la fascia 60-64 anni (+35,5%), ma anche per i giovanissimi di 15-19 anni (+21,2%) e 25-29enni (+10,4%)”[1]. Risultano in aumento rispetto agli anni precedenti anche i bambini deceduti a seguito di incidenti stradali: 39 nel 2022, dei quali 27 tra 5 e 14 anni.
La nuova “micro mobilità elettrica” (vale a dire il monopattino elettrico e la bicicletta elettrica) è stata coinvolta in incidenti stradali che hanno provocato sinistri: nel 2022 in totale 17.065 gli incidenti con biciclette (elettriche e non) e 2.929 quelli con monopattini[2], che hanno causato complessivamente 221 vittime e 3 pedoni deceduti e 19.462 feriti, con 541 pedoni investiti e feriti.
Quanto ai feriti negli incidenti stradali, risultano 223.476, con un aumento pari al 9,2% rispetto al 2021. Nel complesso, i feriti sono più numerosi in corrispondenza delle età 20-24 e 25-29 anni (quasi il 22% sul totale), mentre le vittime si concentrano tra i giovani di 20-29 anni (15% sul totale e 336 vittime) e nelle età più mature (45-64 anni, 34,4%). Tra i più anziani, i conducenti deceduti sono concentrati tra i 75 e gli 84 anni. Gli incolumi sono prevalentemente 45-54enni.
I conducenti di cittadinanza straniera coinvolti in incidenti sono il 12,3% in prevalenza rumeni, albanese e marocchini (circa il 33%), gli altri stranieri coinvolti provengono da Germania (4,5%), Moldavia (3,5%), Pakistan (3,3%), Ucraina (3,2%), Svizzera (2,7%), Egitto (2,6%), Perù (2,4%).
I sinistri avvengono con autovetture (60,4%), nel 13,2% alla guida di biciclette o e-bike (12,7% nel 2021), nel 9,2% di motocicli, nel 9,7% di mezzi pesanti, oltre a ciclomotori e monopattini elettrici (3,0% e 4,0%). Interessante il dato dell’uso dei monopattini elettrici, coinvolti in incidenti stradali, condotti da stranieri: rappresentano il 50,2%, percentuale in forte aumento. Tale tendenza potrebbe essere legata all’utilizzo di monopattini elettrici e biciclette per i servizi di delivery, prevalentemente nel settore della ristorazione e legati alla figura del rider, soprattutto sulle strade urbane. I conducenti più coinvolti in incidente sono le donne e gli uomini di 20-24 anni e di 45-59 anni tra quelli di cittadinanza italiana, gli uomini di 25-44 anni e le donne di 35-44 anni tra i cittadini stranieri
Il venerdì si conferma il giorno in cui si concentra il maggior numero di incidenti e di feriti, pari rispettivamente, al 15,8% e al 15,3% nella settimana. Le percentuali più elevate di morti si osservano il sabato e la domenica con il 17,0% e 16,0% del totale settimanale. Gli incidenti con lesioni a persone del venerdì e del sabato notte rappresentano il 42,3% del totale degli incidenti notturni; analogamente, i morti e i feriti del venerdì e del sabato notte sono, rispettivamente, il 42,0% e il 45,0% del totale dei morti e dei feriti nelle ore notturne.
Quanto ai territori di riferimento, le vittime di incidenti sono sensibilmente aumentati nel Lazio, in Sardegna e in Puglia, mentre sono diminuite in Emilia Romagna, Lombardia e Calabria. In 13 province, l’indice di mortalità (morti per 100 incidenti) è almeno raddoppiato rispetto al valore medio nazionale (1,90). Le situazioni più critiche si trovano in provincia di Matera (5,91), Foggia (5,18), Nuoro (5,15) e Vercelli (5,13).
Rispetto alla “mobilità dolce” sono aumentati i deceduti pedoni (+3%), ciclisti su bici elettrica (+53,8%) e i conducenti di monopattino (+77,8%), in particolare nella provincia di Roma, Milano, Napoli, Torino, Padova, Udine, Venezia e Ravenna.
Le cause degli incidenti stradali sono state studiate in modo approfondito con studi e ricerche in tutto il mondo per individuare i fattori di rischio.
Tra i fattori “esterni”:
- Infrastrutture stradali non sicure
- Veicoli non sicuri (veicoli “vecchi”, mancata manutenzione)
Fattore umano
- Sesso: il 73% di tutti i decessi dovuti a incidenti stradali si verifica tra i giovani maschi di età inferiore ai 25 anni
- Eccesso di velocità
- Guida sotto l’influenza di alcol e altre sostanze psicoattive
- Non utilizzo di caschi da motociclista, cinture di sicurezza e sistemi di ritenuta per bambini
- Guida distratta (uso del cellulare)
- Applicazione inadeguata del codice della strada
Altro fattore di rischio è costituito da una assistenza post-incidente inadeguata (ritardi dell’assistenza).
In occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità l’ACI ha evidenziato un aspetto molto inquietante: un aumento di 20.000 disabili gravi ogni anno, soprattutto a causa di incidenti stradali (tetraplegie, paraplegie, perdita di arti).
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato un documento sui costi sociali dell’incidentalità stradale, riferita ai dati del 2019: il costo sociale totale dell’incidentalità con danni a persone ammonta a €16.854.753.804, i costi legati ai sinistri con soli danni alle cose € 6,57 miliardi di euro, per un totale pari a € 23,42 miliardi di euro.
Il quadro generale sugli incidenti stradali, necessariamente sintetico, acquisisce una attenzione particolare allorché i dati statistici vengono disaggregati. Ed emerge subito che i soggetti di sesso maschile anche nel 2022 sono in netta maggioranza tra le vittime e i feriti.
I dati ISTAT indicano che nel 2022 le vittime di incidenti stradali sono state 3.159 nel 2022: 2.579 uomini (81,6%) e 580 donne (18,4%). I conducenti deceduti ammontano a 2.245 (2.014 uomini e 231 donne), i passeggeri a 429 (240 uomini e 189 donne) e i pedoni a 485 (325 uomini e 160 donne). Per la distribuzione per età, le vittime risultano concentrate nelle classi 45-59 anni e 20-29 anni per gli uomini, tra i 75 e gli 84 anni e 20-24 anni per le donne.
Quanto ai feriti negli incidenti stradali, ne risultano 223.476, di cui 145.076 maschi e 78.399 femmine (+ 9,2% rispetto al 2021). Anche tra i conducenti di cittadinanza straniera coinvolti in incidenti stradali gli uomini sono in maggioranza (78,9% uomini e 21,1% donne).
Alcuni studi hanno posto la loro attenzione sui motivi per cui i soggetti di sesso maschile sono più a rischio. Appare evidente che il fattore umano è responsabile della maggior parte degli incidenti stradali e che la causa determinante risiede in fattori culturali, per atteggiamenti e comportamenti, per stili di vita, per impatti psicologici ed anche economici e sociali. Temi importanti e fondamentali per la comprensione di un fenomeno così drammatico e di così vaste proporzioni, non solo in Italia. Questo approfondimento sarà oggetto di un prossimo articolo.
- Sociologa dell’educazione. ISP Roma
[1] ISTAT-Automobile Club d’Italia, Incidenti stradali anno 2022, Roma, 2023.
[2] I monopattini elettrici, in particolare, assumono in via definitiva lo stato di “veicolo” con la legge di bilancio n.160 del 27 dicembre 2019, che li assimila alle biciclette anche in termini di norme di circolazione. Anche il decreto Infrastrut-ture (D.L. 121/2021) ha introdotto modifiche nel Codice della Strada per la loro circolazione.