Mi sembra superfluo ripetermi perché sai come la penso, sai che su ciò che oggi scrive l’avv. Paesano ho lavorato ininterrottamente dal 2006 ad oggi, portando i miei approfondimenti in dozzine di convegni, corsi di formazione e seminari di studio, da Bolzano a Siracusa. Sai che l’ho scritto e pubblicato ovunque, sai che continuo a scriverlo ancora oggi.
Sai che ho brindato al varo della 54, sai che ho dovuto riconoscere l’inutilità di quel brindisi.
Troppe sentenze somigliano ad un barattolo: l’etichetta recita “affido condiviso”, ma i contenuti del barattolo sono la replica del modello monogenitoriale.
È difficile spiegare ai genitori che la legge esiste ma non viene applicata.
Ma è ancora più difficile immaginare le parole con cui i genitori, viste svanire aspettative tanto legittime e normali da sembrare scontate, dovranno spiegare ai figli le reciproche disillusioni.
Temo che qualcuno tra vent’anni, ci chiederà: “ma come avete potuto lasciare che succedesse?“
I figli divenuti ormai adulti non lo chiederanno a giudici ed avvocati, ma alla moltitudine di persone della società civile che non si sono attivate perchè in fondo mica è capitato a me.
Vennero a prendere gli zingari … B.Brecht
Piuttosto noto che l’avvocato Paesano è del Foro di Salerno, tribunale all’avanguardia per quanto riguarda la reale e concreta applicazione del condiviso.
Conosci il giudice Giorgio Jachia? La sua posizione pro-condiviso e la sentenza del giugno 2017 hanno fatto storia, più della Cassazione a sezioni riunite.
*Presidente Fe.N.Bi., Federazione Italiana per la Bigenitorialità