Da oltre ventisette anni, considerando anche il praticantato, mi occupo di diritto di famiglia. In tutto questo tempo ho avuto modo di constatare che purtroppo quando sono state varate riforme importanti, come quella che fu salutata come qualcosa di rivoluzionario: la Legge 54/2006 che introduceva l’affido condiviso, molto spesso chi è tenuto ad applicare le norme (Giudici e Avvocati) non sempre è stato pronto a cogliere l’importanza e la portata delle novità legislative. Sussiste anche una differenza “territoriale” e, nei Tribunali come quello di Roma, dove opero da anni, nei quali è presente una sezione specializzata, attraverso un costante confronto anche con le associazioni dei familiaristi presenti, sussiste una risposta adeguata alle richieste formulate nei giudizi. Alcuni Magistrati mostrano una competenza e una sensibilità verso la “materia familiare” che certamente non si ritrova in Tribunali più piccoli dove il Giudice che deve adottare i provvedimenti sull’affidamento dei minori si occupa anche di altro e, quindi non sempre il principio dell’affido condiviso trova corretta applicazione. Il cammino è ancora lungo e l’istituzione di sezioni specializzate che si occupino esclusivamente di diritto di famiglia presso ogni Tribunale d’Italia, piccolo o grande che sia, non è ancora obbligatoria e, anzi da alcuni non condivisa. La battaglia perchè ciò avvenga dovrebbe essere uno degli obiettivi di tutti quei colleghi che operano nel settore familiare.
Penso che sia di fondamentale importanza che il principio dell’affido condiviso sia “condiviso”, mi si perdoni il gioco di parole, dall’intera classe forense. Molte resistenze e divergenze di opinioni sussistono anche da parte nostra. Non dimentichiamo che l’Avvocato a cui le persone si rivolgono nel momento della crisi familiare deve essere in grado di valutare e di farsi portavoce, sempre e comunque, di quei valori fondamentali, delle conquiste di civiltà ed orientare il cliente, che spesso per il dolore causato dal fallimento del progetto familiare non è in grado di riconoscere l’importanza del ruolo dell’altro genitore. Se almeno tutti gli Avvocati familiaristi condividessero lo stesso orientamento nelle richieste da formulare al Giudice, se si riuscisse a superare l’idea della contrapposizione su tutto e tutti, forse i Giudici nell’adottare i provvedimenti potrebbero essere “aiutati” a svolgere meglio il loro lavoro. Tempo fa un Magistrato che si occupa di famiglia, relatore ad un importante convegno sul tema, ha avuto modo di dire espressamente che “delle belle sentenze si possono scrivere dinanzi a scritti difensivi equilibrati”! E’ indubbio che tutto ciò costituisce un grande impegno ma non bisogna arrendersi e la ricerca di un linguaggio comune nell’interesse dei minori rappresenta un obiettivo da perseguire.
Sono anni che nonostante le affermazioni di principio constato che non sempre chi opera in questo settore ha interiorizzato l’importanza dell’affido condiviso e quindi tutto diventa più difficile… che dire poi di chi rappresenta un genitore che accusa l’altro di un “falso abuso” al solo scopo di privare il figlio della presenza dell’altra figura genitoriale ?!?!… ma, questa caro Presidente è un’altra storia e ne parleremo ancora, perchè come ben sai l’argomento mi sta molto a cuore.
*Presidente sezione romana dell’Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia