Ho letto con interesse la lettera dell’Avvocatessa, e la Sua stessa lettera. Non credo di poter essere molto utile, ma sono d’accordo con il suo intervento. Dalla lettera dell’Avvocatessa ho colto in particolare una frase che mi sembra fondamentale, e che terrei comunque sempre presente. La riprendo e la introduco di seguito perché, per quanto mi concerne, e in qualsiasi situazione, darei sempre la precedenza di tutto agli stessi bambini e al loro modo di adattarsi alle diverse circostanze.
“I bambini hanno diritto a conservare relazioni continuative e significative con entrambi i genitori, anche durante e dopo la separazione. Non può non essere obiettivo prioritario di tutti, ma prima di tutti degli stessi genitori, garantire ai figli una presenza costante del papà (o, molto più raramente, della mamma) anche se non vive più nella casa familiare.”
A questo, e personalmente, aggiungerei l’importanza di fare in modo che il “bambino”, sia regolarmente seguito da una psicologa – sempre la stessa – che in certo modo potrebbe essere vista dal bambino quasi come un terzo genitore. Dovrebbe chiacchierare con il bambino, e soprattutto invitarlo a disegnare, non necessariamente e solo tutta la sua famiglia, ma anche altri disegni a piacere, che potrebbero forse aiutare maggiormente la psicologa a comprendere certe modalità di vita che il bambino non esprimerebbe a voce.
*Già ordinario di Psicologia dello Sviluppo, Università di Torino